mercoledì 20 aprile 2011

La Costituzione secondo la casta

Il primo articolo della costituzione italiana recita:

“L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”

Presentato da Amiltore Fanfani (DC) con l'assenso del PCI e del PSI e approvata il 22 marzo del 1947.
Sessantaquattro anni dopo la frase che desta qualche perplessità all’intera casta, è quella in cui si afferma che la sovranità è del popolo che la esercita nei limiti della costituzione.
Quindi per mettersi al sicuro e non dipendere più da nessuno, in particolar modo dal popolo ma solo in casi estremi, come quello del voto, che al momento sembra ancora ammesso, l’articolo n.1 della Costituzione, promosso da Remigio Ceroni (Pdl), cambierebbe in questo modo:

“L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro e sulla centralità del Parlamento quale titolare supremo della rappresentanza politica della volontà popolare espressa mediante procedimento elettorale”.

Sembra di capire che, una volta espresso il voto, il popolo non serva a molto, come del resto oggi ma così sarebbe escluso per legge visto che sarebbe il parlamento titolare supremo della rappresentanza politica.
Il tutto per ristabilire un po’ di ordine.
È mai possibile che una legge, prima di essere approvata debba passare dal presidente della Repubblica e dalla Corte Costituzionale rischiando così di ricevere parere negativo?
Basta con queste perdite di tempo! Le leggi se le fanno e se le approvano da soli alla camera!
Immaginate tutte le leggi ad personam ed ad mafiam che dovrebbero passare al vaglio di quelli che l’hanno creata e di quelli che ne usufruiranno. Non esisterebbe contraddittorio. È come sostenere un esame all’università e darsi da soli il voto.
In breve se la suonano e se la cantano da soli.
La sovranità passerebbe nelle mani di tutti i corrotti e di tutti i mafiosi che occupano i banchi del parlamento che a questo punto diverrebbero, per legge, dei veri e propri dittatori!
Alla faccia della democrazia!

Nessun commento:

Posta un commento