mercoledì 4 ottobre 2017

Quattro chiacchiere con Antonio Moschella



Il referendum catalano  

Nella foto: Antonio Moschella
Antonio Moschella, giornalista freelance, collaboratore, su tutte, di riviste del calibro de Il Mattino, SoFootRevista Libero, Undici ed El Grafico, residente a Barcellona, risponde a 4 domande sui fatti accaduti nel capoluogo catalano. Pur essendo sostanzialmente uno "sportivo", Antonio, grazie al suo bagaglio culturale e alla conoscenza del luogo, riesce comunque ad analizzare in maniera oggettiva e lucida i fatti che hanno scosso la città della Sagrada Familia 

Quanto accaduto obbliga a delle riflessioni. L'ideale separatista, caro non solo ai catalani, in un'epoca dove il concetto di unione si fa sempre più forte, talmente forte che pare quasi soffocare le realtà che vi prendono parte, determina una serie di quesiti ai quali è sicuramente difficile dare una risposta. Ma è necessario provarci per stabilire un campo immaginario nel quale muoversi. Le cause di questo referendum sono note ma non come le possibili conseguenze. 
 Può il referendum catalano risvegliare gli animi assopiti di altre simili realtà? E questo potrebbe eventualmente incidere sulla geopolitica europea? 
Il referendum catalano può risvegliare gli animi assopiti di realtà simili ed incidere sulla geopolitica europea per una questione che creerebbe un precedente nella storia dell’Europa occidentale soprattutto visto quanto accaduto in Kosovo E per forza di cose potrebbe essere sicuramente indicativo. 

Le forze dell'ordine catalane difendono i propri concittadini e il referendum stesso. Da Madrid arriva l'esercito. Tutto questo non scredita ancora di più il governo centrale agli occhi dei catalani e rafforza al contempo il loro pensiero?  
L'utilizzo della forza da parte del governo centrale di Madrid scredita moltissimo il governo centrale stesso che avrebbe potuto tranquillamente sostenere la non validità del referendum giudicandolo anticostituzionale e di conseguenza non accettandolo facendo una figura sicuramente migliore di quella attuale incentivando anche persone indecise a recarsi ai seggi e a votare. C'è stata, ad esempio, una persona decisa a votare no che, causa del comportamento della polizia, ha cambiato idea, rivisto la sua posizione e cambiato il suo voto. Quindi in sostanza Si, rafforza il pensiero separatista e  contemporaneamente mette il  governo centrale in pessima luce reo di aver utilizzato modi repressivi dal sapore franchista. 

Quanto è realmente credibile il "sogno catalano"? Sarebbe la regione capace di autogestirsi ed autofinanziarsi? 
Il sogno catalano in parte è credibile perché ci sono le infrastrutture, c'è ricchezza, c'è turismo senza dimenticare una cultura importante. L'autogestione e l'autofinanziamento sono raggiungibili ma restano da capire i tempi, probabilmente lunghi. Le difficoltà sorgono con il non riconoscimento da parte dell'Unione Europea e senza i finanziamenti sarebbe molto difficile impostare un'economia partendo praticamente da zero per tutta una serie di questioni come quelle doganali, o come quelle legate ai mercati: la catalogna ha come maggiore partner, sia a livello di esportazioni che di importazioni proprio la Spagna. In sostanza ci vorrebbe un periodo di circa 10 anni di grossi sacrifici per poter arrivare ad una economia importante, forse nemmeno come quella di adesso, ed eguagliare gli attuali standard di vivibilità  

Ci sono delle assonanze tra il referendum catalano e quello scozzese del 2014? 
Innanzitutto parliamo di due grandi regni perché tali possono essere definiti anche se la Scozia è comunque una nazione indipendente pur facendo parte della Gran Bretagna. La situazione è però sostanzialmente diversa. Gli inglesi hanno ucciso tantissimi scozzesi, li hanno vessati. È vero anche che gli spagnoli hanno attuato una repressione durante il periodo franchista ma il paragone non regge.  
Anche oggi la situazione è opposta. Gli inglesi non vanno a vivere in scozia perché considerato un paese povero a differenza degli spagnoli che invece si riversano in catalogna. Un fenomeno di immigrazione dal sud della spagna verso la regione catalana molto importante a partire dagli anni sessanta. Fenomeno che in questo periodo si ripete. I parallelismi tra i due referendum sono comunque pochi.