giovedì 12 aprile 2012

Ave Mario, morituri te salutant!

09/03/2012: Genova, 45 anni disoccupato, sale su un traliccio della corrente 09/03/2012: Taranto, 60 anni, commerciante trovato impiccato.
10/03/2012: Torino, 59 anni, muratore si da fuoco.
14/03/2012: Trieste, 40 anni, appena disoccupato si da fuoco.
15/03/2012: Lucca, 37 anni, infermiera ingerisce acido.
21/03/2012: Lecce, 29 anni, artigiano si impicca.
21/03/2012: Cosenza, 47 anni, disoccupato si spara.
23/03/2012: Pescara, 44 anni, imprenditore si impicca.
27/03/2012: Trani: 49 anni, imbianchino disoccupato si getta dalla finestra.
28/03/2012: Bologna: 58 anni, si dà fuoco davanti all'Agenzia delle entrate.
29/03/2012: Verona, 27 anni, operaio si da fuoco.
01/04/2012: Sondrio: 57 anni, perde lavoro, cammina sui binari, salvato in tempo.
02/04/2012: Roma: 57 anni, corniciaio, si impicca.
03/04/2012: Catania, 58 anni, imprenditore si spara.
03/04/2012: Gela,78 anni pensionata si getta dalla finestra, riduzione della pensione
03/04/2012: Roma, 59 anni, imprenditore, si spara con un fucile.
04/04/2012: Milano, 51 anni, disoccupato si impicca.
04/04/2012: Roma Imprenditore si spara al petto col fucile. La sua azienda stava fallendo.
Sono questi i numeri impietosi del governo Monti.
E chissà quante altre volte saremo costretti ad imbatterci in notizie del genere. Notizie che non pesano, notizie che non danno fastidio, notizie che non contano!
Mentre nei palazzi del lusso si decidono le sorti dell’Italia, l’Italia, quella vera, perde pezzi. È come avere un’auto con il motore fuso e aggiustare solo la carrozzeria.
Sono questi i morti che lo stato ha sulla coscienza. Non sarebbe giusto attribuirli solo all’attuale governo, come sosteneva l’on. Di Pietro in una delle sue ultime uscite in parlamento. Anche lui, come tutta la camera dei deputati, ha queste morti sulla coscienza.
Tutti hanno già dimenticato gli anni precedenti, gli anni di malgoverno, gli anni in cui si discuteva dei gusti sessuali del premier e  non della difficile condizione sociale che attanagliava l’Italia, tutti a fare promesse, tutti bravi in Tv, tutti da Vespa e da Floris, umili servitori, qualcuno da Santoro, altri da Mentana e da Vinci. Tutti a discutere su quanti minuti a disposizione avesse avuto l’avversario.
E ora che il paese è in caduta libera si addossa la responsabilità a coloro che sono stati chiamati per tentare di risollevare le sorti del paese. Troppo facile.
La commissione Giannini (quella che doveva confrontare i compensi dei parlamentari italiani con quelli europei)  ha chiuso i battenti, i partiti passano e incassano 500 milioni di € per i rimborsi elettorali, circa 400 milioni di € in più rispetto alle spese reali, i senatori ricevono mutui dalle banche a tassi dell’ 1,5% quando ad un cittadino normale la banca chiede il 4,5%.
Insomma, il governo Monti ci avrà anche tolto lo sgabello da sotto ma il cappio ce lo hanno messo i politici.

Nessun commento:

Posta un commento