venerdì 2 dicembre 2011

Bye Bye euro!


La moneta unica comincia a diventare indigesta alla maggioranza dei paesi della comunità europea.
Tutto a causa della crisi economica che colpisce i nostri mercati ma soprattutto le nostre tasche.
In italia le dimissioni del premier Berlusconi aprono le porte al nuovo primo ministro Mario Monti, economista già commissario europeo e consulente dell’attuale presidente della commissione europea Barroso, a cui tocca il difficile compito di portare l’Italia fuori dalla crisi.
Il sentore è che per uscire da questa crisi quacluno debba mettere mano al portafoglio. E quel qualcuno si sa già chi è.
Ma torniamo per un momento alla questione euro.
A sentir parlare oggi i capiti di stato della comunità, questa moneta è davvero una disgrazia, la causa indiscussa di tutti i nostri problemi. Va di certo eliminata se non si vuole finire nel baratro! E così gira voce che la superpotenza tedesca stia tornando a stamapre il buon vecchio marco…
Ora però sorge spontanea una domanda: chi è che amministra i mercati e le monete? Non crederte mica che si amministrano da soli? Chi è o chi sono i responsabili di quello che sta accadendo?
È semplice accusare un qualcosa che non può difendersi. Una moneta non può difendersi. Le verità sono da ricercare all’interno di quel manipolo di geni o presunti tali dell’economia e della finanza superpagati e a quanto pare super idioti.
La crisi colpisce i ceti medi che dovranno far fronte a tutte le incompetenze di persone messe nei posti sbagliati.
In italia la situazione peggiora di giorno in giorno. Le nuove proposte di legge sono l’aumento dell’IVA, il ritorno dell’ICI sulla prima casa, l’innalzamento dell’età pensionabile che potrà essere raggiunta solo dopo 43 anni di attività e chissà quante altre ancora ne arriveranno. È facile fare queste proposte quando si ha uno stipendio da favola, una pensione o vitalizio assicurato oppure un posto da dirigente in una banca tipo unicredit! Troppo semplice!
E in un momento del genere c’è chi si permette di fare certe dichiarazioni: 


 P.S.: il ritorno alla lira non è assolutamente ipotizzabile

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