giovedì 25 agosto 2011

... ma non chiamiamola censura!

A breve Max Laudadio, volto noto della televisione italiana, inviato di striscia la notizia, tg satirico in onda dopo il tg5 delle 20:00, potrà dire di avere qualcosa in comune con i vari Biagi, Luttazzi, Santoro, Guzzanti, Paolo Rossi ecc.
Cosa? Ma la censura ovviamente!
C’è una cosa positiva in tutta la faccenda. A differenza degli illustri colleghi, comici e giornalisti, questa volta la censura arriva non ad un programma televisivo ma ad uno radiofonico. Qual è la bella notizia? Che i nostri politici ascoltano anche la radio…
Le cose sono andate così:
Durante la trasmissione radiofonica “Attenda in linea” condotta proprio da Laudadio, personalmente apprezzato per il lavoro svolto a striscia, in onda su radio due, un ascoltatore è intervenuto in diretta ed ha affrontato la spinosa questione dei privilegi della casta sostenendo che è scandaloso che persone che guadagnano fior di quattrini possano sedersi a tavola e spendere solo 7 € per un filetto. Il povero Laudadio si lascia scappare una frase che farà infuriare i vertici del governo e quelli della Rai: “E’ folle. Se almeno ’sti delinquenti facessero il proprio lavoro, ma non lo fanno”.
E da qui apriti cielo. Il presidente del Senato Schifani è saltato dalla poltrona sostenendo che le cose dette dal malcapitato conduttore sono “epiteti ingiuriosi”. Qualcuno avrebbe tuonato che si stava facendo del servizio pubblico un uso criminoso ma fa lo stesso.
I politici non ci stanno a farsi sbugiardare dall’opinione pubblica e così si da il via alla censura.
Il messaggio di Schifani, che al momento fa le veci del suo capo, è estremamente chiaro: punire Laudadio.
È ovvio che la rai non si lascerà pregare difatti l’attuale direttore generare Lorenza Lei, che evidentemente vuole tenersi sulla stessa riga di illustri predecessori come Saccà e Cattaneo, annuncia di voler punire il programma.
Ma guai a parlare di censura!
Vi voglio lasciare con due frasi di due personaggi, ognuno a suo modo, illustre.
“Improntare il Giornale ad ottimismo, fiducia e sicurezza nell’avvenire. Eliminare le notizie allarmistiche, pessimistiche, catastrofiche e deprimenti”  Direttiva dell’ufficio stampa del governo Mussolini, 1931
“Oggi per instaurare un regime, non c’è più bisogno di una marcia su Roma né di un incendio del Reichstag, né di un golpe sul palazzo d’Inverno. Bastano i cosiddetti mezzi di comunicazione di massa: e fra di essi, sovrana e irresistibile, la televisione.”   Indro Montanelli.

Nessun commento:

Posta un commento