Ogni giorno di più ci si rende conto di come sia cambiata la società. Di come
siano cambiati gli obiettivi delle persone, degli stili di vita, del consumo
delle cose apparentemente indispensabili.
I mercati decidono qualsiasi cosa, a partire dai governi e influenzano la
vita quotidiana dei popoli.
Molto spesso ho riflettuto su alcune condizioni che , a mio parere,
influiscono non solo sul modo di vivere delle persone, ma vanno oltre fino a
modificare l’esistenza di un essere umano.
Mi riferisco, in particolar modo, al cambiamento dei valori dei beni. Il
bene primario spesso è confuso con quello di lusso. Mi spiego meglio:
Poter comprare un I phone o magari un paio di
scarpe firmate, simboli del consumismo e di una affermazione sociale, è un modo per sentirsi apprezzati e sicuri, forti, ritenendo questi beni di lusso come primari. In fin dei conti la vita prima degli smartphone non era così impossibile… ed è proprio questo il punto. Il rendere qualsiasi cosa desiderabile, indispensabile e acquistabile. Fondere il superfluo con il necessario.
E non imposta se si ha la possibilità economica o meno, l’importante è
potersi mettere al pari con gli altri.
È una imposizione dei mercati e della società.
Spesso siamo convinti di scegliere senza renderci conto che la nostra
scelta è fortemente limitata da quella che è l’offerta del mercato.
Spesso compri delle cose convinto di aver scelto ma in realtà hai
acquistato qualcosa di identico agli altri, scarpe, giacche, pantaloni, maglie,
occhiali e via dicendo. L’offerta è limitata ma noi siamo convinti di aver
scelto.
Dalla musica degli adolescenti alla politica, dalle mode agli stili di
vita, sembra tutto un prodotto della società consumistica dei nostri giorni.
Una imposizione costante, un continuo lavoro sulla mente umana, quasi
come la volontà di omologare la razza umana, di influire sulle scelte singole e
di gruppo.
Non siamo tutti uguali. Non possiamo esserlo. Ma forse non è quello che
vogliamo…
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