
Le idee che “mettono paura” alle vecchie
glorie del sistema politico italiano vengono portate avanti da quel giovanotto
di belle speranze, sindaco di Firenze, Matteo Renzi che arriva al ballottaggio
con il segretario Bersani, già presente con il governo Prodi e autore di
diversi decreti.
Nonostante facciano parte dello stesso
partito pare che in realtà, diversamente da quello che dicono, i due abbiano in
comune poco o niente. Renzi dovrebbe essere contro il sistema (di cui fa parte)
e di cui fa parte anche il suo rivale
che vede di malocchio le proposte di abolizione dei rimborsi elettorali e
l’esclusione dalla vita politica italiana tutti coloro che ci hanno ridotti in
questo stato e di cui lui stesso probabilmente è responsabile.
Nel frattempo però Bersani dovrebbe
incassare al ballottaggio i voti di Nichi Vendola che dichiara: “Chì è di sinistra voti Bersani”. Ma chi
è dei due quello più a sinistra? Non era il governatore pugliese? Il segretario
del pd ha poi ribattuto: “Al governo
andremo insieme”. Evidentemente una poltrona tira molto di più di un
ideale!
Renzi nel frattempo incassa addirittura i
complimenti del cavaliere che, di questi tempi, non sono proprio una grande
pubblicità.
Durante il confronto sulla rete nazionale
però il buon Matteo è sembrato più convincente del suo avversario che in
maniera un pò crozziana continuava a fare metafore. Ora, a due giorni dall’election
day, per dirla all’americana, pare che i due abbiano rotto quell’idillio che
fin qui li ha accompagnati. Tra non molto sapremo chi affronterà quel che
rimane del centrodestra italiano su cui è meglio non pronunciarsi.
Renzi o Bersani? Il nuovo che avanza o l’usato
sicuro? A voi la scelta…