mercoledì 1 febbraio 2012

Bluff-tagli, lo stipendio dei parlamentari rimane lo stesso!

La notizia del taglio degli stipendi da parte dei deputati della camera, seguiti a ruota dai colleghi senatori, è un flash di generosità che squarcia questo periodo nero di crisi. È un piccolo raggio di sole nella tempesta. È una piccola dimostrazione di dignità umana.
Finalmente anche la casta si riduce lo stipendio. E mica di poco. La riduzione è pari a 1.300 € lordi che al netto risultano 700 €. Quasi uno stipendio di un operaio.
E allora tutti contenti e tutti felici. La Casta si è resa conto della difficoltà e comincia a rigar dritto.
La notizia che ha fatto il giro dei quotidiani e dei telegiornali in un batter d’occhio ha però un piccolissimo retroscena che vale la pena di raccontare.
Questo taglio di stipendio in realtà non corrisponde per nulla ad un taglio.
Ebbene si perché questi 1300 € lordi pari a 700 € netti corrispondono all’aumento che ogni parlamentare si sarebbe trovato in busta paga da gennaio 2012 grazie al passaggio dal sistema retributivo a quello contributivo e alle nuove norme previdenziali. Così ogni deputato riceverà comunque uno stipendio netto pari a 11.200 € netti.
Per essere più diretti: da gennaio lo stipendio di un parlamentare sarebbe aumentato di 1.300 € lordi difficili da giustificare in questo periodo di crisi così si è optato per una rinuncia all’aumento. Che per i nostri politici corrisponde ad un taglio ma per noi sta a significare una pressa per il culo. E c’è dell’altro. I soldi risparmiati non andranno a beneficio degli italiani ma rimarranno a Montecitorio e costituiranno un fondo a tutela di eventuali ricorsi dei deputati.
A dirla tutta, era difficile che un parlamentare rinunciasse a parte dello stipendio, così ha provato a fare bella figura gratis.
Che gente!