lunedì 13 giugno 2011

Cambiare si può

57% di affluenza alle urne con il 94% di voti a favore del SI.
Il risultato della tornata referendaria sancisce la volontà degli italiani di voler tenere ancora in vita quel che rimane della democrazia. Non è un voto contro il capo del governo, che pare ritenga il bunga bunga d’importanza primaria, anche se adesso le opposizioni si appelleranno al voto per tentare si scalzare il capo, ma un voto contro la concreta possibilità di tornare indietro di 30 anni con il nucleare (tecnologia vecchia e pericolosa ma evidentemente molto vantaggiosa a livello economico), contro la privatizzazione di un bene comune come l’acqua (provate solo ad immaginare quanti politici e “parenti di” o “amici di” comincerebbero a far parte dei consigli di amministrazione delle società che gestiscono l’acqua) e contro il non essere tutti uguali davanti alla legge ( ma alla fine ad usufruire di tali vantaggi sembra essere una sola persona).
Il risultato raggiunto è indice di cambiamento.
Un referendum molto pubblicizzato sul web e molto poco pubblicizzato dalle televisioni e da alcuni organi di stampa che, come al solito, sono manipolati da coloro che necessitano dell’ignoranza della popolazione.
Vota si per dire no, non è sicuro che il referendum ci sia, sospendiamo la legge sul nucleare per cancellare il quesito, i ricorsi in cassazione fino a tre giorni prima del voto e via discorrendo.
Ma nemmeno questa volta gli è andata bene. Nonostante la “bella domenica di mare” gli italiani hanno ritenuto opportuno far sentire la propria voce dato che le occasioni per farla sentire sono veramente poche.
Alla fine non sono riusciti a tapparci la bocca. Si, non ci sono riusciti. Ci hanno provato in tutti i modi ma alla fine quel minimo di democrazia ha prevalso.
C’è da festeggiare perché l’Italia si è espressa per il bene della propria nazione e per il bene del proprio futuro e fa niente se qualcuno ha preferito stare alla larga dai seggi. L’importante è aver mandato un chiaro messaggio a coloro che gli interessi del popolo non sanno dove stiano di casa ma guardano solo al proprio conto in banca:
Qui dal basso non siamo stupidi come qualcuno si augura.