lunedì 30 maggio 2011

Napoli e Milano cancellano silvio

I dati dei ballottaggi di Napoli e Milano sono chiari:

NAPOLI
De Magistris (IDV) 235.933 voti con il 65,20% di preferenze
Lettieri (PDL) 125.875 voti con il 34,79% di preferenze
Su un totale di 800 seggi scrutinati su 886

MILANO
Pisapia (PD) 359.303 con il 55,12% di preferenze
Moratti (PDL) 292.439 con il 44,87% di preferenze
Su un totale di 1.231 seggi su 1.251

A cosa si appelleranno gli esponenti del centro-destra dopo questa sonora sconfitta?
Fino ad un mese fa nemmeno il più ottimista avrebbe pensato ad un epilogo del genere, il centro-destra è stato letteralmente cancellato, grazie soprattutto ai comportamenti del suo maggiore esponente.
Alla fine le prostitute, le nipotine, il bunga bunga, i cortigiani, i mafiosi e tutta la banda con lui a capo hanno influito tantissimo sul voto finale.
Era impensabile che nel cuore del PDL Pisapia potesse vincere in maniera così ampia ma lo era ancor di più la vittoria di De Magistris a Napoli dopo tutto quello che il centro-sinistra non è riuscito a fare. Vittorie inaspettate che mettono in seria difficoltà la maggioranza che ha sempre sbandierato ai quattro venti il fatto che l’Italia tutta era con loro, che il 70-80% della popolazione preferiva Berlusconi.
È evidente che le campagne elettorali basate su argomenti di una bassezza atroce quali denigrare l’avversario cercando sempre di metterlo in cattiva luce vedi le offese di Moratti a Pisapia: “sei un ladro di macchine” e quelle di Lettieri a De Magistris: “ è lui il mandante morale di questo atto di violenza” (si riferisce all’incendio divampato in una sede del comitato elettorale del PDL) o come i cartelli spuntati per tutta Napoli con su scritto: “con De Magistris il San Paolo (stadio) non ci sarà più” non hanno prodotto il risultato sperato.
A Napoli poi il cavaliere ha cercato in tutti i modi di sbaragliare la concorrenza e per questo si è affidato non ad un vero progetto politico ma al cantante più amato del momento, D’Alessio; Non ad una persona che realmente potesse muovere qualcosa nell’animo dei napoletani ma alle sue promesse di non comprare Hamsik (giocatore del Napoli).
Ha tentato anche la via della minaccia: “se i napoletani non votano Lettieri allora vorrà dire che non manderò più l’esercito a prendere la spazzatura”.
È evidente che il premier ha preso i napoletani per ignoranti.
Il popolo napoletano ha risposto forte e chiaro: di ignorante qui ce n’è uno solo!

martedì 24 maggio 2011

Bididi bodidi bù e il referendum non c'è più!

Che il referendum non andasse giù ad alcuni esponenti della classe politica lo si era capito da tempo ma che si votasse un decreto da convertire in legge per cancellare quel minimo di democrazia che ci è rimasta è veramente da politica italiana!
Parliamo del decreto omnibus del 31 marzo 2011 n. 34 costituito da 7 articoli.
Quello più interessante è l’articolo n.5 che recita:                
-Sospensione dell’efficacia di disposizioni del decreto legislativo n. 3 del 2010-
1.Allo scopo di acquisire ulteriori evidenze scientifiche sui parametri di sicurezza, anche in ambito comunitario, in relazione alla localizzazione, realizzazione ed esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare, per un anno dalla data di entrata in vigore del presente decreto resta sospesa l’efficacia delle disposizioni degli articoli da 3 a 24, 30, comma 2, 31 e 32 del decreto legislativo 15 febbraio 2010, n. 31.
2.In deroga a quanto disposto dal comma 1, la sospensione dell’efficacia non si applica alle disposizioni individuate nel medesimo comma nelle parti in cui si riferiscono alla localizzazione, costruzione ed esercizio del Parco tecnologico e del deposito nazionale.
Cosa vorrà mai significare?
In parole povere vuol dire rimandare il nucleare di un anno per acquisire ulteriori evidenze scientifiche sui parametri di sicurezza, anche in ambito comunitario, in relazione alla localizzazione, realizzazione ed esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare e quindi se non cancellare il referendum almeno eliminare il quesito riguardante l’abrogazione della legge sul nucleare.
Proprio perché ci sarà una sospensione e sottolineo sospensione e non una eliminazione della legge sul nucleare sarebbe inutile esprimere la propria preferenza quindi l’obiettivo è quello di eliminare il parere degli italiani.
Del resto una parte degli italiani, precisamente i sardi, si sono già espressi sul nucleare ed il messaggio è stato chiaro:il 98% dei votanti si è dichiarato contro. Un messaggio che preoccupa non poco la maggioranza.
Italiani che senza il quesito sul nucleare probabilmente sarebbero meno motivati ad andare a votare e quindi qualcuno festeggerebbe. E non poco proprio perché il voto del 12 e 13 giugno potrebbe segnare l’apertura delle aule dei tribunali per il premier che si sente minacciato dai sondaggi che darebbero il 60% degli italiani votanti al referendum.
Faranno di tutto per eliminare il referendum e per continuare in quella che poco tempo fa io stesso definii politica di regime.
Qualora la cassazione dovesse dare parere negativo e quindi non mutare il decreto in legge la sola cosa che ci rimane da fare è andare a votare in massa.
Ricordiamoci che almeno una tantum abbiamo la possibilità di scegliere.
Nel frattempo consiglio vivamente i lettori di andarsi a guardare:
decreto omnibus del 31 marzo 2011 n. 34  http://www.normattiva.it/dispatcher

venerdì 20 maggio 2011

Cambia Napoli!

Sembrava una lotta impari. Sembrava…
Alla vigilia delle amministrative nel capoluogo campano sembrava che il Popolo della Libertà non avesse rivali.
La sinistra si presenta spaccata su due fronti: da una parte il PD con a capo Mario Morcone “raccattato” in maniera talmente rapida dal partito tanto da non dargli la possibilità di effettuare per tempo il cambio di residenza e quindi non concedendogli la possibilità di votare, con delle primarie annullate che avevano proposto come candidato a sindaco Andrea Cozzolino e con anni e anni di emergenza rifiuti mai risolta.
Dall’altra parte, invece, Luigi De Magistris appoggiato dall’Italia dei Valori e dalla federazione della sinistra che sembrava potesse fare solo da spettatore ad una battaglia tra le due grandi forze del paese.
Per farla breve in quadro nero.
Tutto questo favoriva la coalizione di centro-destra che di fronte a questa divisione si sfregava le mani e vedeva sempre più vicina la vittoria.
Ma a quanto pare i napoletani hanno deciso di mandare un chiaro segnale al mondo politico.
C’è bisogno di cambiamento e per questo né Lettieri né Morcone possono andar bene.
Il PD farebbe meglio a dileguarsi per la batosta ricevuta e il PDL dovrebbe cominciare a fare tutti gli scongiuri possibili visto che nemmeno in un contesto dove l’avversario sembrava alle corde è riuscito a vincere al primo turno aumentando così le possibilità di De Magistris di diventare il nuovo sindaco della città.
Napoli da un segno anche al presidente del governo le cui dichiarazioni non hanno evidentemente colpito la gente. Forse avrebbe dovuto promettere uno scudetto o magari una Champions e non soltanto promettere di non acquistare giocatori dalla S.S.C. Napoli visto che è questo è il suo modo di fare politica.
De Magistris può sicuramente rappresentare il futuro della città tagliando tutti i rapporti (“Nella mia giunta non ci sarà nessun esponente delle precedenti amministrazioni”) con quella politica vecchia e logora che ha portato Napoli al fallimento.
Chissà se il PD è d’accordo!

lunedì 16 maggio 2011

A Napoli c'è quacluno che...

45 seggi scrutinati su 886 totali.
C’era qualcuno che si augurava il ballottaggio, e questo qualcuno con ogni probabilità non era De Magistris che per le previsioni era dato al 18% quindi fuori dai giochi rispetto al 30-32% del candidato Morcone per il PD e al 38% di Lettieri per il PDL.
C’era qualcuno che si aspettava di essere trattato in maniera diversa dal partito (vedi Antonio Bassolino ex sindaco ed ex governatore) che alle primarie pubblicizzava il suo “pupillo” Andrea Cozzolino poi escluso dalla candidatura nonostante la vittoria alle primarie.
C’è qualcuno che se la ride, come il premier che ha chiuso la sa campagna elettorale a Napoli tra fischi (molti) e applausi (pochi) giocandosi in maniera banale e quasi offensiva la carta S.S.C. Napoli facendo promesse di vario genere, ormai pronto ad annoverare Napoli nel suo scacchiere.
C’è qualcuno, come De Magistris, che ha tutti i motivi di questo mondo per essere contento visto che si profila un possibile ballottaggio con Lettieri e chissà che non la possa spuntare considerando che i voti del centro-sinistra sono frazionati e che potrebbero riunirsi  ed essere d’aiuto nello scontro finale.
C’è qualcuno che nel frattempo spera che il prossimo sindaco sia capace di saper amministrare una delle città più importanti d’Italia e che possa ridare dignità ai cittadini, considerando che Napoli sarà presto sotto gli occhi di tutt’Europa.

venerdì 13 maggio 2011

A.A.A. Masaniello cercasi!

Non dimenticherò né la via Toledo né tutti gli altri quartieri di Napoli; ai miei occhi è, senza nessun paragone, la città più bella dell'universo. (Stendhal)
Lo scrittore francese definiva la città di Napoli così, ma chissà cosa gli verrebbe da dire vedendola dopo circa due secoli.
Chissà cosa direbbe vedendo “la città più bella dell'universo” ricoperta da cumuli di immondizia e chissà cosa direbbe a tutti coloro i quali si sono accomodati sulle poltrone importanti e che hanno fatto e fanno di Napoli una discarica a cielo aperto. Perché è inutile girarci intorno ed è inutile anche offendersi quando qualche “buontempone” spara a zero su quella che con molte probabilità rappresenta il meridione d’Italia.
Una città che è stata per anni centro di riferimento culturale al pari delle capitali di tutto il continente è costretta a subire, e con lei tutti gli abitanti, un degrado ed un declino dovuto anche a quelli che oggi noi definiamo la classe dirigenziale del nostro paese.
Napoli è la pecora nera della famiglia, è il cancro del paese per dirla alla Brunetta (ministro della pubblica amministrazione).
Sotto periodo elettorale ecco arrivare le rassicurazioni, il più classico dei classici … e se mi votate …, eccoli che spuntano come funghi tutti quelli che fino ad ora erano nascosti, tutti pronti con la soluzione in tasca, tutti tirati a lucido sui loro manifesti, tutti così carichi e tutti così pronti a far risplendere Napoli.
Napoli e i napoletani subiscono ogni giorno l’umiliazione da parte dei media e di tutti coloro che sguazzano in questa situazione (vedi la lega con Borghezio su tutti).
Napoli è vittima anche della sua stessa gente che con troppa faciloneria si adatta a tutte le situazioni.
Quando arriveremo a convivere con queste emergenze sarà la fine!
Quando arriveremo a convivere con queste emergenze ci daranno il colpo di grazia!
Non ci si può più nascondere dietro le istituzioni ma bisogna agire in maniera concreta, far capire a queste persone che siamo ancora vivi.
Proprio come fece Masaniello…

martedì 10 maggio 2011

Politica di Regime!

Molti italiani avranno pensato che la parola regime sarebbe caduta in disuso dopo il ventennio fascista o per lo meno riposta in un cassetto pronta a saltar fuori al momento giusto per descrivere l’operato di un dittatore di chissà quale paese africano o sud americano.
In realtà questa parola definisce un nuovo modo di fare politica!
Forse politica e regime sono due parole che andrebbero separate, non dovrebbero essere accostate l’una all’altra ma è quello che sta accadendo.
Raggiungere il regime attraverso la politica, attraverso quelli che definiamo mezzi di informazione, attraverso la censura, attraverso il lavaggio del cervello, attraverso tv e giornali. Ma non attraverso la rete. Almeno per ora.
Attraverso il web si ha ancora la possibilità di avere notizie chiare e limpide, non filtrate da fazioni politiche, che riescono a trasmettere un mondo totalmente diverso da quello che ci somministrano quotidianamente.
In un paese dove tutti professano la libertà di parola di stampa e chi più ne ha più ne metta, compreso il nostro primo ministro, c’è qualcosa che sfugge all’attenzione dei media (come al solito!), qualcosa che non ha niente a che vedere con la parola libertà.
Infatti non appena si accenna ad una singola contestazione, ad un contraddittorio, che in un paese libero è alla base della democrazia, nei confronti del capo, ecco che appare una sorta di mantello nero da prestigiatore che nasconde tutto e lo porta via. È quello che è accaduto a Pietro Giovannetti, presidente dell’associazione avvocati senza frontiere.
Per il momento questo video non è apparso in tv e solo alcune testate giornalistiche hanno riportato la notizia.
Tutto questo coincide con la linea di governo che consiste nell’oscurare determinate cose che potrebbero mettere in cattiva luce il capo con i suoi picciotti e di conseguenza tutto il sistema.
Un sistema chiuso che non accetta persone diverse da loro.
Un sistema ben radicato che cerca di riprodurre persone che la pensino come loro ma che diversamente da loro siano prive di pensiero e di cultura, prive di tutto quello che possa indurre una persona a ragionare con la propria testa, cercando appunto di formare una classe politica e dirigenziale identica a quella attuale che però non sia capace di governare in maniera di versa dai politici di oggi.
Se questo non è regime allora cos’è?

venerdì 6 maggio 2011

Cara benzina

Uno dei tanti mondi inesplorati dalla nostra dirigenza politica è quello dei carburanti.
Quanti di loro potranno mai sapere quanto costa, oggi, un litro di benzina visto che girano solo ed esclusivamente con le auto blu pagate da noi cittadini?
È giusto fare una panoramica dei prezzi della benzina di tutta Europa e ci si accorge che l’Italia, mai come questa volta, è tra le prime cinque in classifica.
Di seguito è riportato un elenco dei paesi con accanto il costo di un litro di benzina aggiornato al 2011. I valori sono espressi in €.


1
Norvegia
1,75
2
1,661
3
1,6
4
1,594
5
1,593
6
1,53
7
1,514
8
1,511
9
1,495
10
1,487


L’ultima di questa speciale classifica è la Russia con 0,65 € al litro.
Al netto, nel nostro paese, la benzina costerebbe 0,658 €.
Il problema è che ci sono delle accise cioè delle imposte che in origine dovevano essere temporanee per far fronte a vari eventi storici ma, evidentemente, qualcuno ha dimenticato di toglierle.
Quali sono?

-          0,001 € per la guerra di Abissina del 1935
-          0,007 € per la crisi di Suez del 1956
-          0,005 € per il disastro del Vajont del 1963
-          0,005 € per l’alluvione di Firenze del 1966
-          0,005 € per il terremoto del Belice del 1968
-          0,051 € per il terremoto del Friuli del 1976
-          0,039 € per il terremoto dell’Irpinia del 1980
-          0,106 € per la missione in Libano del 1983
-          0,011 € per la missione in Bosnia del 1996
-          0,020 € per il rinnovo dei contratti degli autoferrotranvieri del 2004
-          0,005 € per l’acquisto di autobus ecologici nel 2005
-          0,0055 € per il finanziamento alla cultura nel 2011-05-06

Per un totale di 0,260 € escluso IVA con la quale si arriverebbe a 0,31 € per non parlare poi delle imposte.
Mediamente, il 50% del prezzo di un litro di benzina è costituito da tasse e accise varie.
Per come vanno le cose dovremmo quindi aspettarci rincari dovuti al terremoto dell’Aquila e alla guerra in Libia.
Come ci si sente a sapere che stiamo ancora pagando tasse per eventi di 80 anni fa?
Se camminassimo tutti a piedi ci tesserebbero?

mercoledì 4 maggio 2011

Ricordi un pò sbiaditi

Era un pomeriggio come tanti altri quello dell’ 11 settembre 2001, da poco rientrato dalle vacanze con un occhio al passato appena trascorso  e uno sguardo al futuro.
Da li a pochi giorni avrei cominciato il mio secondo anno di liceo.
Tornavo con mio padre da qualche parte, forse dalla cartoleria, passaggio obbligato per tutti gli studenti che si apprestano a cominciare l’anno scolastico. Gli amici del parco mi aspettavano per poter giocare a calcio, avevo una certa fretta.
Entrati nel palazzo una signora disse queste esatte parole: “hanno attaccato i gemelli e o’pentagono”.
Incuriositi, non appena aperta la porta, accendemmo la tv e subito capimmo quello che la signora del primo piano voleva comunicarci!
Non sembrava vero.
Quelle cose si vedevano solo nei film ma in quel momento erano l'esatta realtà, quella che nessuno avrebbe mai immaginato.
Non ricordo sinceramente cosa mi passò per la testa, ma senza dare troppa importanza alla cosa, anche se leggermente preoccupato per le modalità dell’attentato, scesi di corsa giù al parco e con l’aria di chi la sa lunga comunicai quello che avevo appena ascoltato alla televisione.
Il nostro pomeriggio, comunque, sarebbe passato in compagnia di una pallina, di due pezzi di marmo per segnare i pali della porta, la voce inconfondibile del custode e una fredda bottiglia di the!
È esattamente da quel giorno che il nome di Osama Bin Laden è entrato prepotentemente nella testa di tutto il mondo. È lui il mandante dell’attentato agli Stati Uniti. È lui che spaventerà il mondo occidentale per dieci anni. È lui che, ogni volta che il ricordo sembra svanire, ricompare con video minacciosi facendo piombare nella paura mezzo mondo.
Migliaia di servizi televisivi, quintalate di articoli di giornali, video , approfondimenti, scoop, interviste e tutto quello che un episodio del genere può comportare.
Quasi dieci anni dopo arriva la notizia che tutto il mondo avrebbe voluto sentire nello stesso 2001.
Questa volta è mio padre che pronunciando le classiche parole di chi deve tirare il proprio figlio giù dal letto, esclama, con soddisfazione: “hanno ucciso Bin Laden”.
La notizia è di quelle forti! Tutti ne parlano, qualsiasi sito da la notizia che rende felici mezzo mondo, in particolare i cittadini della grande mela che più di tutti hanno pianto.
A differenza di dieci anni fa, ad aspettarmi giù al parco non c’è più nessuno, la scuola è finita da un pezzo e la signora del primo piano si è trasferita. È rimasta solo la voce del custode!
Bin Laden ormai è morto o almeno è quello che i media ci raccontano, l’America festeggia e i talebani cercano il successore.

Chi è il colpevole?




lunedì 2 maggio 2011

Lo strano concetto di famiglia

L’articolo n. 29 della costituzione sancisce che la famiglia è riconosciuta “come società naturale fondata sul matrimonio”.
Sarebbe utile che però il numero di matrimoni vada ricordato, soprattutto ai politici che poi vanno tutti a difendere la l’istituzione della famiglia al family day. Ma quale famiglia andranno mai a difendere?

Silvio Berlusconi (PDL): divorziato con figli e risposato
Umberto Bossi (Lega Nord): divorziato e risposato
Roberto Calderoli (Lega Nord): divorziato 2 volte attualmente convivente
Pierferdinando Casini (UDC): divorziato con figli ed ora convivente
Marco Follini (Italia di Mezzo ex UDC attuale PD): divorziato
Giuseppe Drago (UDC): divorziato
Erminia Mazzonì (UDC): sposata con un divorziato
Gianfranco Fini (FLI): sposato con una divorziata
Ignazio La Russa (PDL): avvocato divorzista, divorziato e convivente.
Altero Matteoli (PDL): divorziato e risposato
Mario Baldassarri (FLI): divorziato e risposato
Daniela Santanchè (PDL): primo matrimonio annullato, ora convivente
Gianni Alemanno (PDL): sposato, separato
Elio Vito (PDL): divorziato
Antonio Leone (PDL): divorziato
Paolo Romani (PDL): divorziato
Gaetano Pecorella (PDL): divorziato, pluriconvivente
Pierferdinando Adornato (PDL): divorziato
Elisabetta Gardini (PDL): convivente con figli
Letizia Moratti (PDL): sposata con un divorziato
Gabriella Carlucci (PDL): divorziata, risposata
Franco Frattini (PDL): divorziato con figlia, ora convivente
Paolo Guzzanti (PDL): divorziato, con 6 figli
Gianfranco Miccichè (Forza del Sud): divorziato, con 3 figli
Dorina Bianchi (ex UDC): divorziata ora convivente
Paolo Cirino Pomicino (Nuova DC): divorziato, ora convivente
Enrico Letta (Margherita): divorziato (non ha partecipato neanche “moralmente” al Family Day)

E' palese che qualcuno abbia un concetto di famiglia leggermente distorto.
O forse hanno interpretato l'articolo 29 in maniera diversa dagli altri.
Del resto cosa ti aspetti da una classe politica che va a puttane nel senso letterale della parola? Che sia uomo o donna, maggiorenne o minorenne, non rappresenta un limite o un problema, l'importante è difendere quel sacro vincolo che è la famiglia!
In tutto questo c'è la Chiesa che li appoggia.
Ma si sa, ormai la Chiesa, intesa come istituzione, è un pò come la camera dei deputati o quella del senato. L'importante è guardare i propri interessi.